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Il romanzo inizia presentandoci Gesualdo Motta: ci ritroviamo nel 1820, ed il nostro uomo è un modesto muratore che, con accanimento e devozione al lavoro, riesce ad accumulare una cospicua fortuna. Pur di continuare la sua ascesa alla ricchezza, rinuncia a sposare la donna che ama e dalla quale è ricambiato nei sentimenti, una certa Diodata, maritandosi con l'erede di una nobile famiglia decaduta: il mastro acquisisce così un titolo nobiliare. È questo, ovviamente, un matrimonio privo d'amore e, a conferma di ciò, nascerà Isabella, figlia illegittima di sua moglie. Gesualdo è odiato dalla figlia per le sue umili origini, dal padre e dai fratelli per la loro invidia verso i suoi averi, dai nobili che lo circondano e che lo disprezzano non sentendolo parte del loro mondo, dal popolo stesso che, durante i moti del 1848, istigato proprio dalla nobiltà del paese, si rivolterà contro il ricco muratore-don. Gesualdo si ritroverà solo ed odiato da tutti, consapevole di aver in qualche modo barattato la propria felicità in cambio di vuote ricchezze.